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Commenti al testo di Antonio Terracciano
Lo scrittore un architetto (A Franca Colozzo)

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 Franca Colozzo - 05/04/2018 23:05:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Meglio sopravvalutare che sottovalutare quando si conoscono poco le opere altrui. In merito poi ai tre grandi romanzieri del ’900, sicuramente Proust ha costruito una cattedrale, però troppo alta e articolata; di Kafka e di Joyce direi che sono propri figli dell’inquietudine di quel secolo.
Spero che il tuo libro si avvicini almeno ad una casa, non dico ad una cattedrale, e sia più di un vestito, ammesso che tu riesca a cucirne i pezzi! Il mio naviga in alto mare tra le burrasche, che solo chi è insoddisfatto del proprio lavoro riesce a produrre. Come andrà a finire è tutto da vedere. Le vette da te citate sono insuperabili e inavvicinabili. Grazie e buona notte.

P.S.: Errata corrige nel mio precedente commento - "Poiché ero frastornata l’altro giorno in cui mi hai inviato il messaggio...". Non sopporto gli errori, che capitano scrivendo di fretta.

 Antonio Terracciano - 05/04/2018 19:32:00 [ leggi altri commenti di Antonio Terracciano » ]

Temo, Franca, che ci sia stato un grosso equivoco! Mi hai sopravvalutato davvero troppo! Io non ho nessuna cattedrale nel cassetto (magari l’avessi! ) , e l’unica cattedrale alla quale mi riferivo era "A la recherche du temps perdu" di Proust. E, dato che mi trovo in argomento, mi piace esprimere il mio parere su ciò che, secondo me, hanno edificato i tre romanzieri considerati i più grandi del Novecento. Proust ha costruito davvero una cattedrale, ordinata, ma piena di angoli segreti e un po’ oscuri (come le tantissime frasi fra parentesi) , in cui si respira, più che la spiritualità, l’aria della profondità e della bellezza dell’intelligenza umana. Kafka ha costruito case inquietanti, ma comunque abitabili (anche se con molto disagio) , case nelle quali ci si ripara per sopportare un po’ meglio l’irrazionalità del mondo. Joyce, infine, ha costruito edifici inabitabili, perché fatti con mattoni inconsistenti e messi l’uno sull’altro disordinatamente (prima o poi quegli edifici crollano nella mente del lettore: più prima che poi per me, che ho abbandonato da trent’anni l’ "Ulisse" dopo neppure cento pagine... )

 Franca Colozzo - 05/04/2018 18:58:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Caro Antonio, innanzitutto ti ringrazio per le condoglianze che cadono a proposito, essendo appena di ritorno dalla cerimonia funebre. Poiché ero frastornata l’altro giorno che mi hai inviato il messaggio, ho posto l’accento sulla poesia e sull’uso o meno della metrica, con tutte le dicotomie del caso. Infatti, ciò costituisce uno dei miei assilli, cui tento da sempre di dare una risposta plausibile.
La cattedrale incompiuta è una tua opera, dunque! Spero che non sia come la mia che giace da quasi cinque anni nel cassetto, dopo altri cinque di gestazione. Tra alterne vicende (nascita di una nipotina, cui ho dedicato tantissimo del mio tempo, mio lavoro, ricerca di case editrici possibilmente serie, etc.), sto per perdere la speranza di pubblicare quest’opera, compiuta, ma apparentemente incompiuta.
Spero che il tuo lavoro non assomigli al mio, altrimenti altro che Proust, la cui notevole opera almeno è rimasta nella storia della letteratura! Il tuo libro sarà sicuramente un bel vestito oppure, e te lo auguro, una cattedrale. Avrei il ghiribizzo di tradurre il mio in inglese (la Casa Editrice AM di Londra lo richiede in quella lingua) o in turco. In Italia si legge sempre di meno e si scrive troppo! Ma mentre penso, passa il tempo e pure "la nave mia". Scusami per il "qui pro quo", come dicevano gli antichi romani. Ma toglimi una curiosità. Di cosa tratta il tuo libro? Il mio è una storia di donne, in parte autobiografica e in parte di fantapolitica in Turchia. Ti auguro una buona serata.

 Antonio Terracciano - 05/04/2018 15:37:00 [ leggi altri commenti di Antonio Terracciano » ]

Innanzitutto, Franca, le mie più sentite condoglianze. Solo secondariamente preciso che ho dedicato questa poesia (più sui romanzieri che sui poeti) a un architetto perché Proust aveva paragonato la sua "Recherche" (sia pure con grande modestia) a una cattedrale. Scrisse, ad esempio, nel "Temps retrouvé " : "Quante grandi cattedrali restano incompiute! (...) In termini più modesti pensavo al mio libro non oso dire ambiziosamente come una cattedrale, ma semplicemente come un vestito. "

 Franca Colozzo - 04/04/2018 11:40:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Ti ringrazio Antonio per la dedica, che spero di meritarmi. Sono d’accordo con te che la poesia è simile ad una costruzione, che pietra su pietra determina e definisce l’impianto scritto, al pari di un’ardita cattedrale gotica (mi piace la purezza di quello stile ascendente) e non barocca. Il tempo comunque dà ragione al poeta e spesso non ai contemporanei del poeta medesimo, anche se a volte di dubbia fama si cingono uomini che seguono le mode (ad es., il letterato Vincenzo Monti). Credo nella sincerità dello spirito parlante attraverso le rime e non di quello che s’arrocca sulle posizioni più in voga e dominanti del momento.
Spero comunque che il tempo sia il discrimine tra le mode contingenti e l’eternità, che dello spirito costruisce un tempio imperituro. Scusami per le mie parole, dettate da un lutto in famiglia (è morta ieri notte, all’improvviso, la moglie del mio zio paterno). Sono triste nel pensare alla caducità della vita. Buona giornata e grazie ancora per l’immeritato onore che mi hai fatto oggi. Ne avevo veramente bisogno!